Una grande mobilitazione, forte (alla quale parteciperanno le autorità locali dei comuni interessasti), quella che mercoledì 10 febbraio investirà i lavoratori di tutti gli stabilimenti Ilva del Paese (Taranto, Racconigi, Novi ligure, e Marghera), affinché il Governo si decida a prendere “decisioni coerenti con la dichiarazione della strategicità della produzione siderurgica in Italia, di cui l’Ilva è parte fondamentale”. Maurizio Landini, leader Fiom, mostra i muscoli e si appresta a capitanare la protesta. Una piazza quella dei lavoratori come la definisce Landini, che ha già ottenuto dal Governo il riconoscimento sullaccordo di programma: “ora spiega il leader della Fiom – qualunque piano industriale non potrà che partire dagli attuali livelli occupazionali; riconoscere ai lavoratori di Genova il mantenimento della normativa ante ’Jobs act’ sui contratti di solidarietà e l’integrazione al reddito per i lavori socialmente utili”. Poi, sottolinea ancora Landini: “l’iniziativa ha anche costretto il Governo ad assumere la decisione di estendere tale normativa a tutti i lavoratori con contratto di solidarietà del Gruppo. E quindi necessaria e non più rinviabile l’attivazione da parte del Governo di un tavolo nazionale della siderurgia che, a partire da scelte di politiche industriali, sia in grado di affrontare e risolvere tutte le vertenze aperte nel settore”. Alla manifestazione di mercoledì hanno aderito tutte le istituzioni locali dei territori in cui sono insediati gli stabilimenti.